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INDIA SENZA CONTANTE MUORE DI FAME

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Messaggio  Corrispondenti 04.01.17 20:36

L'Amico B. invia questo ottimo articolo che denuncia una situazione paradossale
che getta nella disperazione milioni di poveri privi di alimenti per sopravvivere:

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M.BLONDET:
Cinquantun giorni fa, il premier Narendra Modi ha voluto fare dell’India la prima società senza contanti...
i circa trecento milioni della media o bassa borghesia non hanno alcuna compassione, né la minima preoccupazione, per il miliardo di miserabili: sono di altra casta – e la solidarietà funziona solo all’interno delle caste. Anzi, i relativamente benestanti del Maharastra non hanno nemmeno l’idea di come vivano i disperati nell’Orissa , e nessuna curiosità. Non organizzeranno collette per i soccorsi agli affamati, che non sentono come connazionali.

Manca il denaro. La tv ha mostrato cittadine come Moradabad, dove il 60 % degli artigiani che affollavano le strade (si lavora all’aperto) sono scomparsi.
Risultato: i prezzi degli alimentari sono crollati. Dal 25 al 50%. Non certo per eccesso di offerta, ma perché i poveri non possono comprare niente. In vaste zone rurali i coltivatori, non riuscendo a spuntare prezzi che coprano almeno le spese di trasporto, hanno distrutto i raccolti buttandoli sulle strade, sotto le gomme degli automezzi; molti di loro non hanno i fondi per comprare le sementi per il prossimo raccolto. Si profila una carestia senza precedenti. Anzi, è possibile che nelle zone più remote e nelle aree tribali la fame già uccida le comunità di cui nessuno s’interessa, che non hanno mai avuto alcuna economia formale, tracciabile o tassabile.

Un altro servizio televisivo mostra come a Brindabandpur, nel Bengala Occidentale, si sia tornati al baratto. c’è poi il miliardo di persone che guadagna, se ci riesce, 2 o 3 dollari il giorno. Metà dei quali non ha accesso alla elettricità, e nemmeno all’acqua corrente e a toilettes. La metà defecano all’aperto, anche nelle megalopoli. Il 46% dei loro figli sotto i cinque anni sono rachitici (la percentuale senza confronto più alta del Terzo Mondo) per malnutrizione. I papà non sono mai entrati in una banca.
Defeca così il 50% della popolazione
Ora, il governo si aspetta che questo miliardo o giù di lì scambi i suoi 2 o 3 dollari al giorno attraverso bancomat e POS, con carte di credito, che apra un conto corrente. Persino molti milioni della classe media non hanno dimestichezza con i distributori automatici di moneta; figurarsi quelli. Oltrettutto, ogni transazione via elettronica subisce un prelievo del 2% per spese bancarie e tasse; l’elettricità va e viene persino nelle grandi città come Mumbai e Calcutta, per non parlare delle connessioni internet; nelle sterminate campagne è raro ci sia la luce, e del web non si ha alcuna nozione, poiché le masse vivono come mille anni fa, ed esistono aree tribali dove si vive come tremila anni orsono. Una banca, non l’hanno mai vista e non sanno cosa sia.
A queste si chiede di digitare la password e il PIN su un apparecchio elettronico portatile?
Non basta ancora: bisogna tener conto della immane e corpuscolare corruzione pubblica. Se vuoi un passaporto per emigrare, devi pagare una mazzetta. Se vuoi la patente di guida, un’altra. Se vuoi che l’acqua o la luce ti arrivi a casa (o nella fatiscente costruzione di ondulato della bidonville) devi pagare una tangente. Se ti rivolgi alla polizia o a un tribunale, paga. L’economia è oliata in questo modo, ovviamente in nero, a prezzo di inefficienze spaventose. Il ritiro del contante (le banconote da 500 e 1000 rupie contavano per l’86% del circolante) l’ha istantaneamente grippata per mancanza di lubrificante.
. Il teorico principale della teoria sembra essere Anil Bokil, un signore molto intervistato che abita ad Aurangabad e si dichiara “architetto e contabile autorizzato”, che la spiega così: “La massa di liquidità ‘nera’ è quella che fa salire alle stelle i prezzi immobiliari, case, terreni, goielleria (sic); il denaro guadagnato onestamente perde valore”; con la demonetizzazione questa ricchezza “falsa” sarebbe azzerata, con gran vantaggio per tutti, specie i poveri (che sono effettivamente i taglieggiati). Secondo la teoria ArthaKranti, ciò permetterà alla fine di abolire tutte le imposte sul reddito, anzi tutte le tasse (tranne i dazi doganali), sostituendole con una tassa dell’1 per cento su ogni transazione. Ciò ha conquistato il favore dei ceti medi stipendiati, che sognano la fine del prelievo fiscale sulle loro paghe. Adesso stanno avendo qualche ripensamento: non possono ritirare l’integralità delle loro paghe. I loro conti correnti sono stati congelati perché mancano le banconote nuove ; quelle che sono state stampate in tutta fretta, sono di qualità miserevole, si sfaldano in mano, sbavano l’inchiostro, sono facili da falsificare. Il signor Anil Bokil, nelle ultime interviste, ha criticato con forza il premier Modi, accusandolo di aver applicato le teorie dell’ArthaKranti in modo pasticciato e incompleto: attuando solo due delle cinque misure raccomandate dalla teoria.

L'ARTICOLO INTERO E' LEGGIBILE SECONDO L'ESATTO ORDINE ORIGINALE DEI PERIODI, COME STABILITO DALL'AUTORE, E DEI QUALI IO HO SOLO ESTRATTO UNA PARZIALE E LIBERA ESTRAPOLAZIONE (SENZA MODIFICHE ALCUNE AL TESTO DELL'AUTORE, MA SOLO ESTRAPOLANDO ALCUNI PASSAGGI, E MUTANDONE L'ORDINE DI LETTURA IN QUESTA PRESENTAZIONE) E' LEGGIBILE SUL SITO DI BLONDET:
http://www.maurizioblondet.it/india-senza-contante-esperimento-corpore-vili-segue-carestia/

INDIA SENZA CONTANTE. TEST "IN CORPORE VILI" (SEGUE CARESTIA) - Blondet & Friends


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