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La decapitazione d’Italia

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Messaggio  Corrispondenti 10.04.18 1:59

L'Amico G. invia il seguente articolo di Marcello Veneziani che analizza la grave situazione politica italiana.

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La decapitazione d’Italia
A furor di popolo, alle Idi di marzo, l’Italia è stata decapitata. Ha perso d’un colpo la classe dirigente o, se preferite, la classe dominante. Mezza Italia ha votato contro, prima ancora che votare a favore di qualcuno; e la restante, per metà non ha votato e per metà si è dispersa tra i due poli superstiti, più vari coriandoli minori. L’italiano tipo ha votato contro il sistema e i suoi detentori.

È irrilevante sapere se personalmente io sia contento o no. Potrei dirvi, per sbrigare l’argomento, che sono contento per la sconfitta dell’establishment, con la sua egemonia ideologica di sinistra radical e antifascista, così come fui contento in America per la sconfitta dello stesso establishment; e sono contento che Salvini abbia preso più voti di Berlusconi, bollito e allineato, la caricatura piazzista di se stesso. Ma non sono affatto contento del trionfo grillino e ancor meno dell’ingovernabilità che si annuncia.

Però non è di questo che vorrei parlarvi ma vorrei farvi notare una cosa più importante. Sarebbe bello se fosse stata sconfitta una classe di potere sinistrorsa e ne fosse subentrata un’altra, nuova: sarebbe stata la circolazione delle élites, come dicevano Mosca e Pareto. Il ricambio. Qui invece siamo su un altro piano, anzi su un altro pianeta: viene delegittimata una classe dirigente ma al suo posto non s’intravede una possibile guida sostitutiva. Anzi viene rigettata l’idea stessa di classe dirigente. Al suo posto, come vuole la democrazia diretta, l’impronta rousseauviana in versione Casaleggio, c’è una vaga volontà generale che si manifesta tramite la Rete e il voto. Per i 5Stelle il parlamentare è solo il cursore della volontà generale. Suggerivo perciò di ribattezzare Di Maio in Di Mouse, nel senso del “topo elettronico” che fa da tramite fra l’utente e lo schermo.

Gli elettori dei 5Stelle hanno votato uno stato d’animo prima ancora che un movimento e hanno votato se stessi prima che i grillini. Un voto selfie, un voto allo specchio, seppure infranto, in cui si riflette l’italiano senza guide e senza modelli. Gli elettori hanno respinto le mediazioni e i filtri, hanno votato contro il sistema, contro l’establishment, contro l’Europa. Un voto contro. Anche Grillo non c’entra più, è un simbolo araldico, una griffe, non più un leader politico e tantomeno una guida. Più che un voto è un vuoto; è la variante di un’astensione per protesta, un voto in forma di pernacchia ma anche un disperato tentativo di ripartire da zero scegliendo chi è più vicino allo zero. Cioè chi non ha retroterra, non ha curriculum, non ha storia e tantomeno ideologia, non ha fatto nulla di significativo o di produttivo nella vita, è assolutamente puro nella sua ignoranza militante.

La pericolosa utopia grillina è che un popolo si possa autogovernare, tramite loro. E che l’ignoranza, l’assenza di storia, esperienza e curriculum, siano indici di purezza e di affidabilità. Tutto questo ricorda vagamente il ’68. A 50 anni dal ’68, il M5S appare a sua insaputa come una rivoluzione tardo-sessantottina: potere ai giovani e al collettivo che ora si chiama rete; opposizione al sistema, ignoranza in cattedra, munita di arroganza. E poi reddito di cittadinanza come ieri il voto politico; via i privilegi, morte ai potentati, decrescita felice, democrazia diretta, pauperismo militante.

Questo è il volto inquietante del populismo: nessun contenuto identitario e culturale, nessuna difesa della dignità dei popoli e della sovranità nazionale, nessun valore a salvaguardia del popolo come la tutela della famiglia, delle nascite, della natura, della tradizione, del merito, della gerarchia. Ma puro gentismo egualitario, mera rivolta della plebe. Il peggior sud emerge sull’onda di questi nuovi sanculotti, il sud che protesta, inveisce e vuol essere assistito, il sud che non sa distinguere, disprezza il merito, teme la selezione e si vendica perché non ci sono più mammelle clientelari; ma con l’attenuante gigantesca che la rivolta della plebe nasce contro la peggior classe dirigente, ed è un grido di angoscia per un sud morente, tra emigrati e immigrati, umiliato dall’Europa e vilipeso da ogni potere.

Detto questo, resta però da osservare un altro fenomeno. La decapitazione d’Italia ha praticamente dimostrato la totale irrilevanza delle fabbriche del consenso, dei media allineati alle caste, del raggio d’influenza dei potentati politici, culturali, sociali.

Prendete l’ultimo caso, il renzismo. Aveva in mano tutto il potere possibile, mai come con lui la Rai era inginocchiata a un solo padrone, neanche lottizzata ma totalmente asservita al Caro Leader; l’Istat sfornava dati euforici a favore della ripresa, che diventavano lode del renzismo e del governo in carica; i giornaloni suonavano il piffero per l’establishment. Era impressionante l’apparato di regime mobilitato per difendere gli assetti di potere. Bene, tutto questo ambaradan non è riuscito a fermare e nemmeno a frenare il trionfo dei grillini e il successo dei leghisti. Un successo, quello di Salvini, che per i poteri forti è ancora più preoccupante di quello grillino, come hanno dimostrato i primi pronunciamenti di Confindustria e di alcuni potenti manager multinazionali.

Insomma nella democrazia “immediata” della rete e della plebe saltano tutte le mediazioni, i filtri, le riflessioni. Si procede di pancia, di sottopancia, di rutto e flatulenza. La testa non serve. Dunque l’Italia è stata davvero decapitata. Ora vedremo senza capo dove ci porteranno i colpi di coda. Sapendo che, come dicevano i saggi antichi, in cauda venenum.

Viceversa, dulcis in fundo, ci scappa l’invocazione per una “destra” seria, aristocratica, rigorosamente selezionata e idealmente motivata, che sappia restaurare il senso dello Stato e il sentimento della nazione. Una destra che non c’è. Ma come ci vorrebbe, quanto ci manca.
M. Veneziani

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Messaggio  Beltomo 10.04.18 14:21

Ma perchè porsi tanti problemi? Siamo italiani, simpatici, furbi, e cantiamo "O Sole Mio"!

Beltomo

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