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Le bufale del web

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Messaggio  Corrispondenti 15.04.17 21:27

L'Amico L. segnala un ottimo articolo sulla credulità popolare.

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Le bufale del web

Notizie incredibili che suscitano la curiosità del lettore, subdole e socialmente pericolose alcune, sdolcinate altre, tutte manipolate ad arte. E hanno pure successo

Le bufale sono, in gergo, notizie false o inverosimili. Secondo il vocabolario della Crusca, il termine deriva dall’espressione «menare per il naso come una bufala», ovvero portare a spasso l’interlocutore trascinandolo come si fa con buoi e bufali, per l’anello attaccato al naso. Esistono siti in grado di manipolare informazioni ad arte, così da suscitare l’interesse dei lettori che, ritenendole credibili, le condividono e divulgano, generando spesso confusione, omofobia, razzismo, ostilità. Sentimenti che possono anche essere utilizzatenelle campagne elettorali da falsificatori esperti.

A essere prese di mira sono per lo più persone celebri come il papa, i politici, vip del mondo del cinema e dello spettacolo. Ma vengono trattate anche problematiche quali l’immigrazione, l’omofobia, i pericoli del web (spesso si diffondono avvisi che, attribuiti alle forze dell’ordine, sono mirati a impedire un uso fraudolento delle proprie immagini da parte di Facebook); o propagate notizie scientifiche insolite che riferiscono dell’esistenza di animali sproporzionati e atipici; o, ancora, richieste di aiuto per questioni di salute finalizzate a colpire la sensibilità di tante persone. In definitiva, sono vari i temi utilizzati da chi spaccia falsità sul web dandole per vere e rivolgendole a un’ampia fascia di popolazione. A dicembre 2012, su Facebook, si diffondeva un messaggio che segnalava che il Senato della Repubblica aveva approvato, con 257 voti a favore e 165 astenuti, il disegno di Legge del senatore Cirenga. Esso prevedeva la nascita di un fondo per i parlamentari in crisi, creato in vista dell’imminente fine legislatura, con uno stanziamento di 134 miliardi di euro per tutti i deputati che sarebbero rimasti disoccupati: «E questo quando in Italia i malati di Sla sono costretti a pagarsi da soli le cure!». Peccato che il senatore Cirenga non sia mai esistito e che il Senato sia formato da 315 senatori e non da 257 più 165, ossia 422.

Tra le personalità del mondo dello spettacolo, Belén Rodriguez e Maria De Filippi sono le più gettonate in fatto di bufale. Consideriamo le più recenti. Si va dall’annuncio che la showgirl argentina avrebbe preso parte alla nota soap di Canale 5 Il segreto come nuova interprete della protagonista Pepa, al più recente e ipotetico attacco sui social contro una dichiarazione che avrebbe fatto su di lei Maurizio Costanzo su Nuovo e che Riccardo Signoretti, direttore della rivista, avrebbe riportato lo scorso febbraio. Fatto sta che Belén non ha mai recitato ne Il segreto né ha mai pronunciato parola su quanto riportato da Signoretti.

Anche la De Filippi è molto presente sul web: a metà gennaio 2017 circolava la notizia di un suo malore, smentita poi dalla stessa su Twitter. A distanza di poche settimane è ancora lei al centro di un’altra bufala sul compenso per presentare Sanremo: «La conduttrice di Uomini e donne e C’è posta per te avrebbe ricevuto milioni e milioni di euro dalla Rai per approdare sul palco dell’Ariston al fianco di Carlo Conti». In marzo, invece, si può leggere «La De Filippi decide di adottare Christian», riferito anche dal Fatto Quotidiano tarocco [Christian è un ragazzo che, ospite del programma C’è posta per te, è stato rifiutato dalla madre, ndr]. Nel 2016, tra le falsità più condivise, vi è quella di un ordine esecutivo di Barack Obama, che avrebbe abolito il giuramento di fedeltà degli studenti davanti alla bandiera; o di una donna che, dopo una vincita alla lotteria, avrebbe defecato sulla scrivania del suo capo; o, ancora, la questione delle scie chimiche come complotto internazionale al fine di infettare le persone.

Anche esponenti del clero, e soprattutto papa Francesco, sono vittime di tali siti manipolatori. A metà dicembre 2016, sul Corriere della notte, si riporta che un presunto documentarista cinese avrebbe visto un bagno d’oro massiccio nell’«abitazione» del pontefice. Falso, ovviamente. Nel gennaio 2017 si diffonde la “notizia” che il presidente russo Vladimir Putin aveva stanziato 75 milioni di euro per i terremotati del Centro Italia. Il giorno dopo il satirico Corriere d’Italia scrive che, per lo stesso scopo, anche Francesco I aveva devoluto 40 milioni di euro e Donald Trump 20 milioni. Ciliegina sulla torta, Il Giornale italiano riferisce che è Silvio Berlusconi a far dono di 100 milioni di euro alle vittime del sisma. Peccato che tutti questi soldi fossero solo nell’immaginazione di chi aveva architettato le news.

Frequenti sono le bufale create ad arte da una rete di siti web che guadagna su false notizie omofobe e razziste. Alcuni esempi. A luglio 2015 Globo oggi scrive di un episodio che sarebbe avvenuto a Catania: un marocchino violenta una bimba di sette anni e il papà della stessa gli taglia i genitali e glieli fa ingoiare. A fine dicembre 2016 un marocchino avrebbe molestato una ragazza a Rapallo, mentre agli inizi di febbraio 2017 di nuovo un marocchino, questa volta a Ravenna, sarebbe entrato in casa di un’anziana signora per derubarla. È del gennaio 2017 la notizia, falsa ovviamente, divulgata su Facebook, di una nuova legge che regalerebbe la patente agli stranieri. Trump non resta indenne e sembra abbia offerto biglietti di sola andata per l’Africa e il Messico agli immigrati intenzionati a lasciare l’America. Tantissimi i commenti e le condivisioni di tali informazioni. Stessa solfa dietro notizie accattivanti su omosessuali, sulla salute di persone malate di cancro o bisognose di trasfusioni, problemi che potrebbero essere reali, news diffuse da chi mira a diffondere a macchia d’olio manipolazioni per guadagnare un enorme numero di like e di condivisioni sui social.

Eppure, per smascherare le bufale sarebbe sufficiente che i lettori ponessero attenzione alle immagini stereotipate di sangue e/o di risse, alla grafica scadente, al lessico violento con errori banali, alla mancanza di fonti, che accompagnano e contraddistinguono tali stupidaggini. Ma, probabilmente, ciascuno crede a ciò che desidera credere. Comunque sia, da qualche mese anche Facebook ha avviato negli Stati Uniti un’iniziativa per verificare pagine online fraudolente e ha incaricato siti fact checking [con funzione editoriale di controllo sull’attendibilità degli articoli, ndr] di verificare quanto pubblicato, segnalando notizie false o perlomeno sospette.

Da Dagospia
Non si prevedono censure ma sono messi in guardia i lettori in rete. Il sistema è ancora lento e in fase sperimentale. Tale progetto è conseguenza dell’ampio dibattito scaturito in seguito al fatto che, secondo alcuni osservatori, la diffusione di informazioni false nel corso della campagna elettorale per le presidenziali statunitensi, vinte da Donald Trump, avrebbe condizionato la campagna elettorale stessa. Per lo stesso motivo Facebook ha annunciato iniziative simili a questa anche in alcuni Stati europei, come Francia e Germania, dove quest’anno si terranno le elezioni politiche. Per quanto riguarda l’Italia, esiste già un sito in cui è riportata una black list, ossia la lista nera del web, con i link ai siti che spacciano notizie false come vere, aventi molte volte nomi simili alle testate più famose, alle quali viene variata solo una lettera.
Dora Anna Rocca

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