Charter City, l'idea ci farebbe bene?

Charter City, l'idea ci farebbe bene?

Paul Romer, il celebre economista americano per molti anni definito "pazzo reazionario neocolonialista", ha finalmente trovato riconoscimento presso uno stato del terzo mondo -l'Honduras- che ha deciso di applicare la sua teoria per promuovere lo sviluppo economico del paese.

L'idea di Romer è quella di creare una Città modello (Charter City) in un paese povero, una città governata da leggi, regolamenti e amministratori importati dai paesi industrializzati, e replicare quello che Hong Kong ha fatto per lo sviluppo della Cina.
Romer afferma che Hong Kong sia stato il programma di sviluppo economico più efficace della storia e che la Cina abbia saputo lungimirantemente approfittarne.

L'Honduras, visti vani tutti i tentativi per uscire dalla miseria, ha deciso di seguire la cura Romer e quindi il parlamento ha approvato un emendamento della Costituzione per creare una città modello o Charter City.
Ora il parlamento dovrà votare lo statuto della zona franca, scegliere il luogo ove sorgerà, e stendere il trattato per garantirne l'indipendenza dal governo honduregno.
Spetterà a Paul Romer trovare la nazione industrializzata, forse il Canada, o la Germania, o l'Australia, disposta ad amministrare la città modello dell'Honduras e trasformarla in un'oasi di efficienza, certezza del diritto e libero mercato.

Romer intende creare norme e regolamenti che governino la società, per esempio libertà di stampa, buon funzionamento della giustizia, assenza di corruzione, una buona rete di infrastrutture, persino la tutela dell'igiene pubblica.

Lo sviluppo del Terzo Mondo è ostacolato dalla mancanza di buone idee, e dall'abbondanza di cattive idee, come controlli sui prezzi, assenza di titoli di proprietà per immobili e imprese, scarso accesso al credito per i piccoli imprenditori, barriere al libero commercio, corruzione dei politici, della polizia, della magistratura, ecc.

Nessuno studio della Banca Mondiale è mai riuscito a convincere i paesi del Terzo Mondo a varare le riforme necessarie per uscire dalla povertà, soprattutto perché l'establishment preferisce mantenere lo status quo.

La creazione di una Charter City implica un atto volontario da parte di una nazione disposta a cedere un pezzo del proprio territorio per un lungo periodo di tempo e a rinunciare al controllo politico ed economico; implica che un governo estero sia disposto ad amministrarlo col rischio di attrarsi accuse di neocolonialismo e imperialismo paternalista; e implica anche la consapevole rinuncia della popolazione che decide di viverci ad avere voce in capitolo nel governo cittadino: nella Charter City le leggi sono imposte dall'alto, e non ci sono elezioni.

L'assenza di democrazia non sarebbe preoccupante perchè la decisione di vivere in una Charter City è volontaria, e Romer è sicuro che i volontari arriveranno in massa, a giudicare dal numero di emigranti che ogni anno lasciano il loro paese di origine per cercare una vita migliore altrove.

La Charter City avrà leggi per salvaguardare l'igiene e la salute pubblica, la proprietà, avrà una polizia integerrima in grado di farle rispettare, un sistema giudiziario indipendente, snello ed efficiente, totale libertà di circolazione per beni e capitali, nessun dazio doganale, tasse basse sia per gli individui che per le società.

Non trovate che anche in Italia ci vorrebbe una "Cura Romer" e si creasse un "Charter State"?
ivanox

Sono concorde! Anche sul nostro territorio un'esperimento del genere porterebbe grandi benefici.