I Social distruggono la società! Ulteriori approfondimenti.
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I Social distruggono la società! Ulteriori approfondimenti.
L'amico B. invia questo ottimo articolo che induce a serie riflessioni
e lo approfondisce con ulteriori invii:
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L'ex manager di Facebook si pente: 'I social network distruggono la società'
Chamath Palihapitiya, ex vicepresidente per la crescita degli utenti, sull'onda di Sean Parker, dice di sentirsi in colpa per ciò che ha contribuito a costruire. Una piattaforma dove non c’è spazio per il discorso civile
Da “La Repubblica”:
PRIMA è stato Sean Parker, presidente di Facebook agli esordi della compagnia e pezzo grosso dei business della Silicon Valley, inventore di Napster. "Solo Dio sa cosa sta succedendo al cervello dei nostri piccoli" aveva detto un mese fa nel corso di un evento a Philadelphia. Aggiungendo di essere un "obiettore di coscienza" ed entrando nel dettaglio sul modo in cui, a suo avviso, la piattaforma che ha contribuito a creare sfrutti le "vulnerabilità della psicologia umana" e modifichi "la relazione di un individuo con la società e con gli altri". (fonte La Repubblica 12/12/17)
Da “La Stampa”:
L’ex manager pentito: Facebook sta distruggendo la società
Chamath Palihapitiya, ex dirigente dell’azienda, ha criticato pubblicamente il servizio di Mark Zuckerberg, che a suo dire danneggia le strutture portanti del vivere comune. E suggerisce: “Smettete di usare i social network”
di ANDREA NEPORi Pubblicato il 12/12/2017 http://www.lastampa.it
Un altro ex-manager si aggiunge alla schiera dei pentiti di Facebook. È Chamath Palihapitiya, responsabile per la crescita degli utenti del social network dal 2007 al 2011. Parlando al pubblico della Stanford Graduate School of Business, Palihapitiya non ha usato mezzi termini: “Abbiamo creato strumenti che stanno distruggendo il tessuto funzionale della società”, ha detto, riferendosi non solo a Facebook , ma a tutto l’universo dei servizi online basati su like, cuoricini e pollici all’insù. “Mi sento tremendamente colpevole”.
Oggi l’ex-manager è un affermato venture capitalist. Con il suo fondo, Social Capital, investe in startup nel settore dell’educazione e della sanità. In passato, però, i suoi capitali hanno contribuito all’affermazione di un mercato che ora spera si possa ridimensionare.
“I circuiti viziosi a breve termine alimentati dalla dopamina, che abbiamo contribuito a creare, stanno distruggendo il modo in cui la società funziona”, ha detto Palihapitiya, riferendosi alla smania da aggiornamento compulsivo dei feed social che quasi tutti i possessori di uno smartphone conoscono fin troppo bene. Un meccanismo che Facebook ha affinato fino al parossismo con i suoi algoritmi, ma che tutti i social network hanno declinato in maniera pericolosamente efficace.
“Non c’è nessuna nessuna dialettica civile, nessuna cooperazione; solo disinformazione, menzogne,” ha aggiunto l’ex-manager. “E non è un problema americano, non riguarda le pubblicità russe . Questo è un problema globale”.
Parole che rincarano la dose dopo le critiche di Sean Parker , fondatore di Napster e primo grande investitore a credere nell’idea di Mark Zuckerberg. Parker, che del social network per un periodo è stato pure presidente, si è definito un obiettore di coscienza. Secondo lui Facebook e gli altri social stanno avendo successo grazie “allo sfruttamento di una debolezza intrinseca della psicologia umana”.
Per Palihapitiya l’unica soluzione è staccare la spina, o almeno cercare di utilizzare Facebook e gli altri social network il meno possibile. Quanto alle menti più deboli, quelle dei bambini, il suo suggerimento è chiaro: astinenza totale. Ai suoi figli non dà neppure la possibilità di usare “that shit”, ha detto, usando un termine che non ha bisogno di traduzione.
Altro articolo su Yahoo Notizie:
“Ho contribuito a creare strumenti che stanno distruggendo il tessuto funzionale della società e mi sento tremendamente colpevole. I circuiti viziosi a breve termine alimentati dalla dopamina, sui quali è basato tutto il mondo dei social network, sono dannosissimi per la nostra società“. A parlare così non è una persona qualunque, ma un ex manager di Facebook.
Trattasi di Chamath Palihapitiya, ex responsabile per la crescita degli utenti del social network dal 2007 al 2011. Un pentito dei social, insomma. Le parole che abbiamo riportato le ha pronunciate davanti al pubblico della Stanford Graduate School of Business, ottenendo in cambio i titoli dei siti web e dei quotidiani.
Già, visto che le parole uscite dalla sua bocca sono dei macigni contro il mondo che stiamo vivendo oggi, fatto di like, di cuoricini, di bacheche da scrollare, di condivisioni e di amicizie virtuali che si sostituiscono a quelle reali. Il manager, oggi un affermato venture capitalist che investe in startup nei settori dell’educazione e della sanità, ha lavorato in quel mondo e sa di cosa sta parlando.
“Su Facebook e sugli altri social non c’è nessuna nessuna dialettica civile, nessuna cooperazione; solo disinformazione, menzogne. Non è un problema solamente americano, e non riguarda le pubblicità russe per le elezioni o altri eventi del genere. Questo è un problema globale e quotidiano“, continua Palihapitiya.
Secondo il manager c’è una sola speranza: che il mercato dei social possa ridimensionarsi in qualche modo. Altrimenti “lo sfruttamento della debolezza intrinseca della psicologia umana” perpetrato dai social rovinerebbe in modo quasi irreversibile la società. Come lui la pensa anche Sean Parker, fondatore del leggendario Napster e uno dei primi investitori nella creatura di Mark Zuckerberg.
La soluzione? Per Palihapitiya l’unico modo è staccare la spina del computer e togliere la connessione dati appena possibile. Evitando, più di ogni altra cosa, che il mondo dei social sia frequentato dai bambini.
e lo approfondisce con ulteriori invii:
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L'ex manager di Facebook si pente: 'I social network distruggono la società'
Chamath Palihapitiya, ex vicepresidente per la crescita degli utenti, sull'onda di Sean Parker, dice di sentirsi in colpa per ciò che ha contribuito a costruire. Una piattaforma dove non c’è spazio per il discorso civile
Da “La Repubblica”:
PRIMA è stato Sean Parker, presidente di Facebook agli esordi della compagnia e pezzo grosso dei business della Silicon Valley, inventore di Napster. "Solo Dio sa cosa sta succedendo al cervello dei nostri piccoli" aveva detto un mese fa nel corso di un evento a Philadelphia. Aggiungendo di essere un "obiettore di coscienza" ed entrando nel dettaglio sul modo in cui, a suo avviso, la piattaforma che ha contribuito a creare sfrutti le "vulnerabilità della psicologia umana" e modifichi "la relazione di un individuo con la società e con gli altri". (fonte La Repubblica 12/12/17)
Da “La Stampa”:
L’ex manager pentito: Facebook sta distruggendo la società
Chamath Palihapitiya, ex dirigente dell’azienda, ha criticato pubblicamente il servizio di Mark Zuckerberg, che a suo dire danneggia le strutture portanti del vivere comune. E suggerisce: “Smettete di usare i social network”
di ANDREA NEPORi Pubblicato il 12/12/2017 http://www.lastampa.it
Un altro ex-manager si aggiunge alla schiera dei pentiti di Facebook. È Chamath Palihapitiya, responsabile per la crescita degli utenti del social network dal 2007 al 2011. Parlando al pubblico della Stanford Graduate School of Business, Palihapitiya non ha usato mezzi termini: “Abbiamo creato strumenti che stanno distruggendo il tessuto funzionale della società”, ha detto, riferendosi non solo a Facebook , ma a tutto l’universo dei servizi online basati su like, cuoricini e pollici all’insù. “Mi sento tremendamente colpevole”.
Oggi l’ex-manager è un affermato venture capitalist. Con il suo fondo, Social Capital, investe in startup nel settore dell’educazione e della sanità. In passato, però, i suoi capitali hanno contribuito all’affermazione di un mercato che ora spera si possa ridimensionare.
“I circuiti viziosi a breve termine alimentati dalla dopamina, che abbiamo contribuito a creare, stanno distruggendo il modo in cui la società funziona”, ha detto Palihapitiya, riferendosi alla smania da aggiornamento compulsivo dei feed social che quasi tutti i possessori di uno smartphone conoscono fin troppo bene. Un meccanismo che Facebook ha affinato fino al parossismo con i suoi algoritmi, ma che tutti i social network hanno declinato in maniera pericolosamente efficace.
“Non c’è nessuna nessuna dialettica civile, nessuna cooperazione; solo disinformazione, menzogne,” ha aggiunto l’ex-manager. “E non è un problema americano, non riguarda le pubblicità russe . Questo è un problema globale”.
Parole che rincarano la dose dopo le critiche di Sean Parker , fondatore di Napster e primo grande investitore a credere nell’idea di Mark Zuckerberg. Parker, che del social network per un periodo è stato pure presidente, si è definito un obiettore di coscienza. Secondo lui Facebook e gli altri social stanno avendo successo grazie “allo sfruttamento di una debolezza intrinseca della psicologia umana”.
Per Palihapitiya l’unica soluzione è staccare la spina, o almeno cercare di utilizzare Facebook e gli altri social network il meno possibile. Quanto alle menti più deboli, quelle dei bambini, il suo suggerimento è chiaro: astinenza totale. Ai suoi figli non dà neppure la possibilità di usare “that shit”, ha detto, usando un termine che non ha bisogno di traduzione.
Altro articolo su Yahoo Notizie:
“Ho contribuito a creare strumenti che stanno distruggendo il tessuto funzionale della società e mi sento tremendamente colpevole. I circuiti viziosi a breve termine alimentati dalla dopamina, sui quali è basato tutto il mondo dei social network, sono dannosissimi per la nostra società“. A parlare così non è una persona qualunque, ma un ex manager di Facebook.
Trattasi di Chamath Palihapitiya, ex responsabile per la crescita degli utenti del social network dal 2007 al 2011. Un pentito dei social, insomma. Le parole che abbiamo riportato le ha pronunciate davanti al pubblico della Stanford Graduate School of Business, ottenendo in cambio i titoli dei siti web e dei quotidiani.
Già, visto che le parole uscite dalla sua bocca sono dei macigni contro il mondo che stiamo vivendo oggi, fatto di like, di cuoricini, di bacheche da scrollare, di condivisioni e di amicizie virtuali che si sostituiscono a quelle reali. Il manager, oggi un affermato venture capitalist che investe in startup nei settori dell’educazione e della sanità, ha lavorato in quel mondo e sa di cosa sta parlando.
“Su Facebook e sugli altri social non c’è nessuna nessuna dialettica civile, nessuna cooperazione; solo disinformazione, menzogne. Non è un problema solamente americano, e non riguarda le pubblicità russe per le elezioni o altri eventi del genere. Questo è un problema globale e quotidiano“, continua Palihapitiya.
Secondo il manager c’è una sola speranza: che il mercato dei social possa ridimensionarsi in qualche modo. Altrimenti “lo sfruttamento della debolezza intrinseca della psicologia umana” perpetrato dai social rovinerebbe in modo quasi irreversibile la società. Come lui la pensa anche Sean Parker, fondatore del leggendario Napster e uno dei primi investitori nella creatura di Mark Zuckerberg.
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