L'uccelletto in chiesa.
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L'uccelletto in chiesa.
L'Amica B. invia una geniale poesia ricca di significati ambigui.
E' una poesia tradotta dal romanesco da taluni attribuita a Trilussa,
ma sicuramente scritta da altri e da altri ripetutamente rimaneggiata
acquisendo per strada variazioni, spunti, arguzie e aggiunte.
Questa è la versione recitata da Bocelli e qui trascritta.
L'uccelletto in chiesa.
Era d'agosto e un povero uccelletto
ferito dalla fionda di un maschietto
andò a posarsi con un'ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.
Dalle tendine del confessionale
il parroco intravide l'animale,
ma, pressato dal ministero urgente
rimase intento a confessar la gente.
Mentre in ginocchio e alcuni altri a sedere
dicevano i fedeli le preghiere,
una donna, notato l'uccelletto,
lo pose al caldo e se lo mise al petto.
A un tratto un cinguettìo ruppe il silenzio
e il prete, a quel rumore,
il ruolo abbandonò di confessore,
e scuro in viso peggio della pece
s'arrampicò sul pulpito e poi fece:
"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore,
esca fuori dal tempio del Signore".
I maschi, un po' stupiti a tal parole,
lenti si accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale
"Fermi!" - gridò - "mi sono espresso male,
rientrate tutti e statemi a sentire:
solo chi ha preso l'uccello deve uscire".
A testa bassa e la corona in mano
cento donne s'alzarono pian piano,
ma mentre se n'andavano ecco allora
che il parroco gridò "Sbagliate ancora,
rientrate tutte quante figlie amate,
ch'io non volevo dire quel che pensate".
Ecco quello che ho detto torno a dire,
solo chi ha preso l'uccello deve uscire,
ma mi rivolgo non ci sia sorpresa
soltanto a chi l'uccello ha preso in chiesa".
Finì la frase e nello stesso istante,
le monache si alzaron tutte quante,
e con il volto pieno di rossore,
lasciarono la casa del Signore.
"O Santa Vergine!" - esclamò il buon prete -
"Fatemi la grazia se potete,
poi senza far rumore, dico piano piano,
s'alzi soltanto chi ha l'uccello in mano".
Una ragazza che col fidanzato
s'era messa in un angolo appartato
sommessa mormorò col viso smorto:
"Te lo dicevo, hai visto, se n'è accorto!".
E' una poesia tradotta dal romanesco da taluni attribuita a Trilussa,
ma sicuramente scritta da altri e da altri ripetutamente rimaneggiata
acquisendo per strada variazioni, spunti, arguzie e aggiunte.
Questa è la versione recitata da Bocelli e qui trascritta.
L'uccelletto in chiesa.
Era d'agosto e un povero uccelletto
ferito dalla fionda di un maschietto
andò a posarsi con un'ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.
Dalle tendine del confessionale
il parroco intravide l'animale,
ma, pressato dal ministero urgente
rimase intento a confessar la gente.
Mentre in ginocchio e alcuni altri a sedere
dicevano i fedeli le preghiere,
una donna, notato l'uccelletto,
lo pose al caldo e se lo mise al petto.
A un tratto un cinguettìo ruppe il silenzio
e il prete, a quel rumore,
il ruolo abbandonò di confessore,
e scuro in viso peggio della pece
s'arrampicò sul pulpito e poi fece:
"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore,
esca fuori dal tempio del Signore".
I maschi, un po' stupiti a tal parole,
lenti si accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale
"Fermi!" - gridò - "mi sono espresso male,
rientrate tutti e statemi a sentire:
solo chi ha preso l'uccello deve uscire".
A testa bassa e la corona in mano
cento donne s'alzarono pian piano,
ma mentre se n'andavano ecco allora
che il parroco gridò "Sbagliate ancora,
rientrate tutte quante figlie amate,
ch'io non volevo dire quel che pensate".
Ecco quello che ho detto torno a dire,
solo chi ha preso l'uccello deve uscire,
ma mi rivolgo non ci sia sorpresa
soltanto a chi l'uccello ha preso in chiesa".
Finì la frase e nello stesso istante,
le monache si alzaron tutte quante,
e con il volto pieno di rossore,
lasciarono la casa del Signore.
"O Santa Vergine!" - esclamò il buon prete -
"Fatemi la grazia se potete,
poi senza far rumore, dico piano piano,
s'alzi soltanto chi ha l'uccello in mano".
Una ragazza che col fidanzato
s'era messa in un angolo appartato
sommessa mormorò col viso smorto:
"Te lo dicevo, hai visto, se n'è accorto!".
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Data d'iscrizione : 20.05.12
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