LE RADICI DEL "FEMMINICIDIO"

Oggi voglio parlare di donne.
Detto così può sembrare quasi una battuta da bar, dove, la sera, tra una partita al biliardo o un pokerino ed una birretta o un caffè, ineviabilmente si finisce a parlare di sottane, di questa o di quella, delle loro grazie ed eventuale disponibilità. Insomma chiacchere tra uomini, sempre e soltanto chiacchere, sicuramente inoffensive.
Invece no, voglio parlare di donne violate e violentate, offese e umiliate, colpite a sangue o uccise, usate e, poi, gettate via perchè considerate solo un oggetto accessorio, un'appendice dell'uomo, anzi del maschio e della sua rivalsa maschilista.
Tutte donne senza alcuna colpa che però diventano colpevoli proprio nel contesto di una concezione aberrante che guarda più alla femmina che alla donna, quindi più al possesso, all'uso, alla sottomissione, alla strumetalizzazione del corpo femminile che non alla comprensione della donna, intesa come persona portatrice di valori e sensibilità, particolari ed espressivi di una sessualità, la sua che dovrebbe integrarsi, armonizzarsi, completarsi reciprocamente con la sessualità opposta dell'uomo.
E le colpe, allora, di queste donne/femmine sono solo quelle di un rifiuto o di una rottura oppure di un'indifferenza o, magari, di una posizione critica nei confronti di un maschio, ostile a sentirsi allontanato da una femmina.
Colpire, così, una "femmina riluttante" significa sempre e soltanto rivendicare la pretesa dell'esercizio assurdo, schizofrenico di una virilità problematica, fragile, di inconsistenti fondamenta.
Per la donna la femminilità è espressione della propria sessualità ovvero della piena espressione personale di essere donna; non allo stesso modo, invece, l'uomo è sempre capace d'intendere la virilità perchè spesso la relega ad espressione viscerale di appettiti e conquiste femminili.
Quasi ogni giorno la cronaca nera ci racconta storie terribili di donne colpite, in senso generale sfregiate, in un modo più o meno cruento, nella loro identità: vicende fatte anche di persecuzione, minaccie, terrore.
Sono rimasto attonito, senza fiato dinanzi alla storia di quella donna indotta da un "maschio padrone respinto" a gettarsi da sola addosso dell'acido muriatico, per fortuna senza gravi conseguenze. Quale sottomissione tragica, spaventosa, incredibile nella bestialità di colui che l'ha indotta!
Le donne sono molto progredite in diversi aspetti della nostra vita sociale quanto, invece, tanto sono regrediti molti uomini.
In tutto questo evidentemente hanno fatto difetto la scuola, il mondo della cultura, il costume e, soprattutto, la comunicazione, pubblicitaria o televisiva in modo particolare.
Addirittura i prodromi del "femminicidio" si trovano in trasmissioni pomeridiane, pure della fascia protetta, dove, ad es., uomini e donne, sollecitati da tale M. De Filippi, tessono amorazzi volgari o instabili oppure d'interesse, sempre con le signore costrette ad un ruolo di "appetibili" statuine, oppure dove due mariti si scambiano le rispettive mogli, anche qui con una manifesta scarsa considerazione della dignità femminile!
Pattume televisivo che in modo sotterraneo e insidioso muove e anima sempre più la mano di maschi idioti contro le donne.

Ci sono violenze quotidiane contro le donne di ogni età ma in Italia tutto finisce con un articolo sui giornali e i soliti discorsi inconcludenti dei politici sui giornali. I politici ne parlano sempre quando cercano voti elettorali ma poi se ne infischiano subito dopo.
Adesso dicono che si potrebbe mettere un un braccialetto elettronico a chi perseguita con minacce ossessive ma sappiamo già che non si farà niente di concreto per fermare davvero i violenti. Si dirà che costano troppo e mancano i fondi e si limiteranno ad ammonire questi individui che rovinano la vita alle vittime donne mogli fidanzate ecc.
Vogliono proporre di creare molti centri anti violenza per mettere al sicuro le donne vittime ma così è come mettere in prigione le donne vittime stesse! Sono i persecutori che devono stare a marcire in galera non le donne vittime di violenza!
I violenti vanno curati in galera in catene così capiscono bene!

Le donne non sono tutelate a sufficienza perchè le leggi sono fatte dagli uomini che hanno sempre mille modi per favorire la loro parte, in questa situazione le donne hanno sempre la peggio e debbono subire. Quando si ribellano scatenano la vendetta dei mariti o fidanzati che si sentono i padroni con tutti diritti di punire la donna che si vuole liberare.

Mi sembra che non sia questione di leggi fatte dai maschi ma che siano leggi fatte a capocchia dai garantisti ad oltranza che poi guarda caso proteggono proprio i delinquenti anche quelli che uccidono donne e bambini. E le donne abbondano e sono in prima linea fra i garantisti a meno che non si tratti di reati contro le donne perchè in questo caso diventano severissime!

Ma non vedete che ogni giorno ci sono donne che vengono assassinate solo perchè chiedono il diritto di vivere e decidere per se stesse?
La violenza è quotidiane e non si fa nulla di concreto!

non mi ascoltate mai velo dico sempretanta volte io li impalerei e vedetre come stanno buoni dopo!